Nel Cinquecento, il filosofo Paracelso definì lo stomaco come organo alchimista. Un'analogia dovuta al fatto che strutturalmente lo stomaco distilla la materia.

Il cibo, che rappresenta ciò che è fuori dal sé, viene trasformato in energia e sostanze sottili, assorbito dal corpo e dalla mente. Il resto, più pesante, viene scartato.

Attraverso questo concetto, Paracelso attribuiva allo stomaco un ruolo fondamentale non solo nella digestione fisica ma anche nella trasformazione dell'essere umano nel suo complesso.

La sua teoria suggeriva che ciò che mangiamo non influisce solo sul corpo, ma anche sull'equilibrio della mente e dell'anima. Prospettiva rivoluzionaria che si collega alla medicina moderna, per ciò che riguarda l'interconnessione tra alimentazione, salute mentale e spirituale.